La nostra storia

DALL’UNITA’ D’ITALIA ALLA REPUBBLICA: LA SCUOLA DELLA TRADIZIONE

Nel 1859 cessa di vivere il Ducato di Parma e Piacenza; i suoi territori sono annessi al Piemonte (alias, al regno di Sardegna, che il 17 marzo 1861 diventerà Regno d’Italia). Nel dicembre 1859 il Governo piemontese approva per decreto la “legge Casati”, che rinnova il sistema di istruzione negli stati sabaudi (Parma compresa) e istituisce i Regi Licei. Il 12 febbraio 1860 il Governatore dell’Emilia Luigi Carlo Farini istituisce il Liceo nelle province emiliane a partire dall’anno scolastico 1860/61; a Parma le lezioni del Regio Liceo iniziarono il 10 dicembre 1860; per questo, a partire dal 2010, centocinquantesimo di fondazione, la nostra scuola festeggia ogni 10 dicembre la dies romagnosiana.

La prima sede del Regio Liceo fu il Collegio dei Nobili, oggi Convitto Nazionale Maria Luigia.

Nel 1865, per decisione del Ministro della Pubblica Istruzione Francesco de Sanctis, il Liceo viene intitolato a Gian Domenico Romagnosi, illustre filosofo e giurista.

A partire dal 1900, al Liceo viene unito il Ginnasio superiore.

Con la “riforma Gentile” (1923) e la nascita dei Licei scientifici, il Regio Liceo prese il nome di Liceo classico.

In età fascista, per l’aumento del numero di iscritti, la scuola cambiò sede, spostandosi in viale Maria Luigia 1, dove tuttora si trova: il trasferimento vero e proprio avvenne nell’anno scolastico 1931/32. La cerimonia inaugurale ebbe luogo il 18 febbraio 1934, insieme allo scoprimento della lapide dedicata agli alunni e ai docenti Caduti della Prima Guerra Mondiale: la lapide a ricordo si trova di fronte all’entrata.

Con la “riforma Bottai” (1938) venne eliminato il ginnasio inferiore e venne istituita la scuola media; il ginnasio conservò però l’antica numerazione (classi IV e V – pur non essendoci più le prime tre classi).

Durante il periodo fascista e la seconda guerra mondiale, non pochi furono professori e allievi che si opposero alla dittatura, e alcuni di essi pagarono anche con la vita la loro opposizione e la scelta della resistenza, come testimoniato dalla lapide posta a fianco alla presidenza.

Nel secondo dopoguerra il Romagnosi ha continuato ad essere, in città, un luogo di educazione e di cultura, mantenendo intatto nel tempo il proprio prestigio. Diversi ex-allievi si sono distinti nei vari campi della cultura e della scienza, della politica e dell’economia, dell’industria e delle professioni, dell’impegno civile e religioso.

LA SCUOLA DELLA REPUBBLICA: DALLE GRANDI SPERIMENTAZIONI ALL’AUTONOMIA DIDATTICA

A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, si iniziò in tutte le scuole italiane un’intensa fase di sperimentazione didattica con un ampliamento (talvolta disordinato) dei percorsi scolastici. Il Liceo classico Romagnosi non fu da meno: innovando sulla tradizione gentiliana, lo studio della lingua straniera divenne quinquennale, vengono istituiti corsi con lo studio di due lingue straniere, vengono attivati corso PNI (Piano Nazionale di Informatica), musica e teatro arricchirono la vita culturale della scuola.

Con il D. Lvo 275 del 1999 (ministro della Pubblica Istruzione era L. Berlinguer) venne concessa a tutte le scuole, compresi i Licei, l’autonomia didattica ed organizzativa, che consentirono al nostro Liceo di consolidare le sperimentazioni già in atto. Strumento dell’azione didattica di una scuola diventa il Piano dell’Offerta Formativa (POF). Nascono nella nostra scuola diverse attività di ampliamento dell’offerta formativa, sia in orario curricolare (ad esempio con i Corsi Tematico-Disciplinari, all’epoca chiamati “corsi POF”), sia in orario extra-curricolare.

Nell’anno 2010, i decreti firmati dalla Ministra Gelmini posero fine alle sperimentazioni attive da oltre trent’anni, e razionalizzarono i diversi percorsi liceali e tecnici, compreso il Liceo classico (DPR 89/2010) – pur lasciando diversi margini di autonomia didattica e organizzativa alle singole scuole, e introducendo nel sistema di istruzione il Liceo linguistico, fino a quel momento solo sperimentale.

Il nostro Liceo classico ha così rivisto e rinnovato il proprio Piano dell’Offerta Formativa, conservando ed anzi aumentando l’offerta delle lingue straniere, confermando anche – con un nuovo progetto didattico – il vecchio corso collegato al Piano Nazionale di Informatica. Veniva anche introdotto l’obbligo, per le classi dell’ultimo anno dei Liceo, e per il triennio conclusivo dei Licei linguistici, di studiare (almeno in parte) in lingua straniera una disciplina non linguistica (come ad esempio, fisica, scienze, storia, storia dell’arte).

Con la L. 107/2015 (Ministra Giannini) sono stati di nuovo aumentati gli spazi di autonomia delle singole scuole, introdotto l’organico funzionale di istituto (con un aumento di circa il 10% del numero dei docenti), resa obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro, reso triennale il piano dell’offerta formativa (PTOF). Nel PTOF 2016/19 vengono meglio definiti i percorsi già presenti da oltre trent’anni, che assumono i nomi “Erasmo” (con lo studio di una seconda lingua straniera), “Archimede” (con potenziamento della matematica e delle discipline scientifiche), “Cicerone” (con potenziamento delle discipline umanistiche).

Nel frattempo, il nostro Liceo chiedeva (dal 2012) e finalmente otteneva (dal 2018) l’apertura di sezioni di Liceo linguistico, vista la grande richiesta delle famiglie, l’affinità con il percorso di Liceo classico e la lunga tradizione internazionale della nostra scuola.


Vedi anche: Riconoscimenti e ricorrenzeI capi d’istitutoGian Domenico Romagnosi