La teoria dei colori

Data di pubblicazione: 14/01/2022

Scritto da: Anonimo

Penso che la sensazione peggiore che qualcuno possa provare sia quella di sentirsi da soli in mezzo ad un grande gruppo di persone. Hai mai pensato, magari durante una chiacchierata con gli amici, che tu lì in mezzo non c’entri nulla? Magari perché hai gusti diversi, un modo di vestirti diverso o non fai quello che fanno loro? Magari perché non esci in centro ogni giorno e ti concentri sullo studio? Se non ti è mai capitato, non sai quanto io sia felice per te. Sai, non è bello doversi mettere gli auricolari durante educazione fisica o un’ora buca perché nessuno vuole fare esercizio o parlare con te. Fa proprio schifo. Perché magari appena ti rendi conto che tu non fai parte di nessuno di quei fottuti gruppi e non conti per nessuno in quella classe, arrivi a casa e stai male. Infatti il problema sorge quando non sei né importante né speciale per nessuno: se bisogna dividersi a gruppi e non li decide il professore oppure bisogna mettersi in fila per qualsiasi ragione, rimarrai solo, perché a nessuno importa di stare e divertirsi con te; potrai anche essere il più forte a pallavolo per esempio, ma se vieni etichettato come “quello sfigato”, a nessuno interesserà e qualcuno ti sceglierà solo perché deve. E quando arriverà l’esercizio di coppia, se ci sarà qualcuno “sfigato” come te, potrete aiutarvi e magari diventerete anche amici, ma se poi quel qualcuno cambierà classe, tu a chi ti affiderai? Perché magari intanto non sarai riuscito a farti altri amici, che siano gli altri a non averti voluto o tu che non sei riuscito a socializzare non importa, rimarrai “quello sfigato che se ne sta in disparte perché non ha amici”. Magari ci proverai anche ad inserirti, ma a nessuno importerà di te. Ti capiterà di pensare che gli altri starebbero meglio senza uno sfigato come te, che magari rovina pure la reputazione della classe, e per te rimarrà sempre così. Comincerai a farti paranoie sul perché tu sia così strano alla vista degli altri: ti darai la colpa perché il tuo carattere fa schifo, ti faranno schifo i tuoi stessi interessi e gusti musicali, ti guarderai allo specchio, ti farai schifo, ti dirai da solo che sei sbagliato e comincerai ad auto-escluderti: potrà presentarsi l’occasione per uscire e farti degli amici, ma sarai così rassegnato che non ci proverai nemmeno.

Perché chi non l’ha mai provato non lo sa, ma l’auto-esclusione è un circolo vizioso, che comincia leggero ma che poi va a peggiorare. Questo accade perché all’inizio sei così entusiasta di farti nuovi amici che se stai antipatico a qualcuno ci rimani male, ma poi ci riprovi, e ci riprovi, e ancora, e ancora, finché non arrivi al limite e crolli: cominci con l’isolarti per non dare fastidio, ovviamente parlando con qualcuno ogni tanto e ridendo con loro, ma poi, con il passare del tempo, avrai così tante paranoie da smettere di parlare a chiunque, starai da solo agli intervalli e starai da solo quando ti si presenterà l’opportunità. Potrai stare così male da avere incubi, non dormire la notte, vomitare dallo stress o non voler tornare a scuola; potrai stare così male da arrivare all’autolesionismo e ai tentativi di suicidio. E chi prova a suicidarsi è a maggior ragione uno sfigato, per di più malato di mente, agli occhi degli altri. Ma sarà colpa tua e del tuo carattere, sarai sempre tu a fare schifo, non di certo di qualcun altro. La colpa sarà sempre tua a tal punto che non farai più affidamento sulle persone non solo perché, secondo te, le disturberesti, ma anche perché sei stato ferito in passato dalle stesse persone di cui ora hai disperatamente bisogno. E potresti anche arrivare ad avere problemi a guardarti allo specchio, perché ti farai talmente schifo da piangere ogni volta che incroci il tuo stesso sguardo o voler tirare un pugno al tuo riflesso. Non sto dicendo che la solitudine sia una cosa per forza brutta e negativa: c’è a chi piace, a me per esempio, ma solo se mi escludo intenzionalmente. Rimane brutto dovermi interrompere mentre parlo perché a nessuno interessa per poi accorgermi che nessuno mi stava ascoltando dal principio. La solitudine è bella, perché ci si può prendere del tempo per sé e rilassarsi, ma quando essa è forzata, è tutt’altro che piacevole. Stare soli può essere bello, sentirsi soli no: perché alla fine, se ci pensi, è come vivere in un mondo a colori sapendo che tu sei l’unico in bianco e nero. Mettiamo caso che il giallo venga attribuito alla risata di gruppo: se sei perennemente da solo, come puoi vedere il giallo? Se invece ti è capitato, non sei da solo.

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14/01/2022|Categorie: Eureka|Tag: |