Più che parole

Data: 2 Dicembre 2023

Tag: Cultura

Di: Federico Franzese

C’era una volta un mondo abitato solo da animali. Nella valle dei porcospini, quando arriva l’inverno, tutti si incamminano verso l’unica grande tana della vallata. Una volta entrati ci sarà caldo, spazio e cibo per tutti. Ma l’ingresso è stretto e i porcospini, avvicinandosi l’un l’altro, si pungono. Un misto di dolore e paura li costringe ad allontanarsi di nuovo, ma non tutti si allontanano alla stessa maniera.

Alcuni si atteggiano come i gechi: si fanno piccoli piccoli e si immobilizzano, sperando che gli altri porcospini non li notino. Rinunciano al loro posto al caldo e appallottolati sembrano sussurrare: «Tu sei grande, ti prego non farmi del male…».

Altri fanno come i leprotti: appena sentono il dolore dell’aculeo scappano velocemente e si allontanano dalla tana.

Altri ancora assomigliano ai leoni che devono segnare il loro territorio. Gonfiano il petto e, con lo sguardo minaccioso, si danno importanza alzando la voce e facendosi spazio in modo prepotente per entrare prima degli altri.

Altri invece si comportano come le api quando vengono infastidite. Cominciano a “pungere” e attaccare tutti i porcospini che incontrano con battute sarcastiche e sottili offese. 

È così che il maestro Andrea Farioli ci propone di riflettere su come ci comportiamo quando siamo in conflitto con noi stessi o con un’altra persona; ci spiega  come “abitare il conflitto” e accoglierlo, senza cascare nella trappola dell’aggressività o della passività.

Porcospini, gechi, leprotti, leoni e api sono tutte metafore per rappresentare un modo di subire o di reagire a delle violenze verbali o, come in questo caso, a delle violenze fisiche.

Un suono.

Una parola.

Una frase.

Tutto può essere bullismo.

Qualsiasi cosa, se detta con l’intenzione di screditare qualcuno può risultare bullismo; qualsiasi cosa può diventare una presa in giro, una mancanza di rispetto, una violenza verbale, sempre pronta a sfociare in una violenza fisica.

Il bullismo, infatti, viene definito tale se alla base c’è l’intenzione di nuocere e di provocare disagio manifestando il proprio “dominio” sull’altra persona; il bullo è quindi un leone, pronto a farsi spazio in maniera prepotente, per essere sempre davanti agli altri. Alla base del bullismo c’è anche una persistenza nel tempo; le azioni sono ripetute e frequenti, nei confronti della stessa vittima.

Spesso però, anche chi sembra attaccare, come l’ape e il leone, in fondo si sta difendendo.

Nella prassi quotidiana, infatti, tutto ciò significa che chiunque si difende, agli occhi di se stesso si sente debole, cattivo, non adeguato.

Se il bullo si sentisse uguale o migliore della vittima, non avrebbe bisogno di alcuna manovra difensiva, poiché un atteggiamento di difesa compare solo quando ci si sente minacciati.

Possiamo dire, quindi, che anche il bullo sia una vittima di se stesso?

Parlando di bullismo, tra adolescenti questo termine può prendere la sfumatura anche di cyberbullismo: è il bullismo che si manifesta online, in particolare sui social media.

Il lato ancora più negativo di esso è che impedisce alla vittima di sottrarsi alle violenze, investendola anche nel suo privato, per esempio quando è a casa propria. II bullo, in questa forma di bullismo, si mostra spesso privo di identità: un profilo social senza nome, con dati falsi, senza foto e video.

L’Italia contro il cyberbullismo.

Il 18 giugno 2017, in Italia, entra in vigore la legge contro il cyberbullismo; la quale, per la prima volta, fornisce una definizione di questa violenza psicologica.

 Introduce anche dei cambiamenti nelle scuole, infatti, in ogni istituto, deve esserci un referente del bullismo e del cyberbullismo.

Inoltre, con questa legge, vengono aggiunte delle ore dedicate alla prevenzione di questi fenomeni, rivolti a docenti e studenti.

Voglio concludere questo momento di informazione e riflessione suggerendo di dare un peso alle parole, di non mascherare una presa in giro con l’ironia, poiché dall’altra parte non crea ilarità ma ferisce.

Abbiate il coraggio di denunciare, di parlare con qualsiasi persona di una situazione che non vi sta bene!

E riflettete: siete api, gechi, leprotti, leoni o porcospini?

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02/12/2023|Categorie: Eureka|Tag: |