Paola Egonu: il rispetto dentro e fuori dal campo

Data: 4 Novembre 2022

Di: Bianca Manzini

Che siate tifosi della pallavolo o non sappiate nemmeno come posizionarvi in un campo, sono certa che conoscete Paola Egonu: veneta figlia di nigeriani, ultra campionessa nel ruolo di opposto nella Nazionale Italiana, vincitrice di medaglie ai mondiali ma, soprattutto, donna.
Una donna da cui tutte noi dovremmo prendere esempio che, nonostante sia stata sottoposta alla gogna mediatica innumerevoli volte, ha sempre risposto dall’alto del suo metro e 90 regalandoci schiacciate mai viste.
Ma quando è troppo è troppo, anche per lei: il suo essere una donna emergente nel mondo dello sport, di colore (nonostante sia nata in provincia di Padova e abbia ottenuto la cittadinanza italiana nel 2014) e per sua stessa dichiarazione “innamorata delle persone, non importa se uomini o donne”, l’hanno resa bersaglio della chiusura mentale propria di una parte del popolo italiano, quella più distante dai nostri tempi.
Il 15 ottobre la 23enne si è presentata ai microfoni della Rai, dichiarando di volersi prendere una pausa per poi decidere se abbandonare o no la Nazionale. Spiega che, tra i tanti commenti ricevuti, in molti le chiedevano se fosse italiana. L’ultimo bronzo ai Mondiali, che per una squadra significa gioia e condivisione, è stato per lei ricolmo di dolore, tanto che al termine del match è scoppiata in lacrime, venendo poi prontamente sostenuta dalle sue compagne.
Discostiamoci un secondo dalla Egonu, e diamo un’occhiata generale alla Nazionale Italiana Femminile.
Delle 25 pallavoliste che la compongono, 6 hanno origini straniere, e si dà il caso che queste 6 siano riconosciute in maniera unanime come le più forti della Nazionale.
Duro colpo per l’italiano medio, che non vede 25 giovani donne unite da sogni e passioni comuni, ma un gruppo di ragazze in abbigliamento sportivo attillato da osservare solo nel momento in cui si piegano per ricevere il pallone (nella pallavolo funziona così, ma la malizia è come sempre negli occhi di chi guarda).
Non crediate infatti che la Egonu sia stata colpita solo da critiche razziste: innumerevoli gli articoli, le foto, i video con inquadrature accuratamente sistemate in modo da mostrare il suo profilo migliore che, per l’italiano medio, è il profilo del suo fondoschiena. Colgo l’occasione per segnalare la testata giornalistica “Affari Italiani”, che durante le mie ricerche ha catturato la mia attenzione per i suoi titoli decisamente d’impatto: “Paola Egonu, che curve. Lato B (e non solo) da paura. Le foto (e che foto)”. Oltre che il titolo, a colpirmi è stato il contenuto, anzi, la mancanza di esso: 10 righe di niente, se lo leggerete ne saprete quanto prima.
Oltre a tutto ciò, la ragazza ha ricevuto anche critiche omofobe, in particolare alle Olimpiadi di Tokyo, quando ha presentato al mondo la sua fidanzata del tempo. Anche in questo caso, ha risposto alle accuse di essere lesbica (come se fosse realmente un’accusa) a tono ma con ironia: “Non sono lesbica, posso innamorarmi di donne e di uomini. Sono una pazza che si innamora a prima vista”.
Per finire, invito tutti i nostri pazienti lettori a coltivare l’empatia e a mettersi nei panni della persona criticata: è davvero così importante il colore della pelle, l’orientamento sessuale, se il fine ultimo dello sport è quello non solo di intrattenere ma soprattutto di trasmettere valori? E a coloro che giudicano: a cosa vi servirà insultare una persona la cui vita andrà avanti comunque? Perché arrivare a commenti di tale bassezza morale pur di farsi notare? I tempi cambiano, e l’apertura mentale sta diventando sempre di più una qualità necessaria: la Egonu, come tante altre personalità di spicco, potrebbero diventare antesignani di un nuovo popolo italiano, più tollerante e meno critico verso il prossimo. Impegnamoci da subito affinché questo accada il prima possibile.

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04/11/2022|Categorie: Eureka|Tag: |